mercoledì 16 dicembre 2009

Capodanno 2010, il menu de La Lanterna

Antipasti

Antipasti La Lanterna

il Sommelier consiglia
Ribolla Gialla Brut
Eugenio Collavini, Colli Orientali del Friuli

Primi
Riso carnaroli alla pescatora
Crêpes all'aragosta

il Sommelier consiglia
Cambrugiano Verdicchio di Matelica DOC Riserva
Cantine Belisario, Marche

Sorbetto al limone con polvere di caffé

Secondi

Filetto di San Pietro su brunoise di zucchine

il Sommelier consiglia
Praepositus Gewürztraminer
Abbazia di Novacella, Alto Adige

Dolci

Tiramisù destrutturato
Bavarese al cioccolato Acarigua
Biancomangiare con gelée di mandarino

il Sommelier consiglia

La Selvatica Moscato d'Asti DOCG 2008
Romano Dogliotti La Caudrina, Piemonte

Il cenone è accompagnato dai vini:

Antinoo IGT 2006 – Casale del Giglio, Lazio
Rolona Gavi di Gavi DOCG 2008 – Castellari Bergaglio, Piemonte
Selezione di Spumanti italiani

Nell'occasione, i vini consigliati godranno dello sconto del 10%

Prezzo: € 75,00

Cappuccino goloso




Il giorno prima...

Per la crema cotta al cardamomo
350 g di panna fresca, 50 g di latte fresco, 4 rossi d'uovo, 60 g di zucchero, 5-7 g di cardamomo tostato

Preparate la crema cotta al cardamomo, facendo bollire insieme panna e latte.
A parte, unite lo zucchero con i rossi d'uovo, senza sbatterli eccessivamente, poi unite il liquido caldo e il cardamomo tostato.
Lasciate riposare per 30 minuti.
Passato il tempo di infusione, filtrate ala setaccio per eliminare i pezzetti di cardamomo e versate 30 g del composto in una coppa martini.
Cuocete al vapore per 5-6 minuti, fate raffreddare e riponete in frigorifero.


Per la gelatina di caffè
½ l di acqua gasata, 3 fogli di colla di pesce, 60 g di zucchero a velo, 4-5 cucchiai di caffè solubile (Nescafé)

Per il cremoso al cioccolato
1000 g di crema inglese per cremosi, 400 g di cioccolato fondente al 70-75% oppure 450 g dii cioccolato fondente al 55% o ancora 600 g di cioccolato al latte o gianduia

Preparate la crema inglese:
Bollite insieme 700 g di panna fresca e 300 di latte fresco, mentre in una bacinella mescolate lo zucchero con le uova. Unite il liquido bollente alle uova, rimettete il tutto sul fuoco e cuocete sino a raggiungere una temperatura di 82°-85°C. Infine passate al setaccio e omogeneizzate con l'aiuto di un mixer a immersione.

Ora, emulsionate la crema inglese (che deve essere ad una temperatura tra i 50° e i 60°C) al cioccolato tritato poco alla volta: è consigliabile sempre l'uso del mixer a immersione, facendo attenzione a non incorporare aria.
Riponete in frigorifero.
Bollite l'acqua con lo zucchero, aggiungete il caffè e infine la colla di pesce precedentemente ammorbidita in acqua fredda.
Lasciate raffreddare e conservate anche questa in frigorifero.


Per la frolla bretone

465 g di burro, 150 g di zucchero a velo, 2 g di sale Maldon, 1 tuorlo d'uovo sodo, 425 g di farina, 85 g di fecola

Impastate lentamente nello sbattitore lo zucchero, il burro, l'uovo e metà della farina.
Quando l'impasto comincia ad essere omogeneo, aggiungete la farina restante.
Lasciate riposare almeno un giorno!
Per cucinarla, prendete un panetto di frolla bretone e grattuggiatela su un foglio di carta da forno, allargandola con le mani.
Mettete in forno a 180°C per 13 minuti.


Il montaggio del dolce
Un'ora prima di servire, sciogliete 12-15 g di gelatina e versatene un leggero velo sopra la crema.
Mettete in frigo e fate rapprendere.
Con l'aiuto di un sac a poche versate nel bicchiere il cremoso, sopra la gelatina, oltrepassando di poco la metà della coppa.
Poggiate sul cremoso un disco di pasta frolla bretone passata alla grattugia e coprire infine con la schiuma di latte e cacao.


P.S. Per altre informazioni e curiosità sul mondo delle frolle, vi rimando ad un interessantissimo post del mio maestro e mito personale della pasticceria italiana Maurizio Santin

Buon lavoro! :)

lunedì 14 dicembre 2009

Seppie in guazzetto con crostini di pane casereccio



Difficoltà
media

Costo
€ 35,00

Per 4 persone
8 seppie medie, 3 pomodori, 2 spicchi di aglio, 4 foglie di alloro, ½ cucchiaino di origano macinato, olio extravergine di oliva, sale e peperoncino q.b., ½ bicchiere di vino bianco secco, ½ mestolo di marinata di pomodoro, 1 mestolo di brodo vegetale, 8 fette di pane casereccio




Preparazione

Pulite le seppie, facendo attenzione a non rompere i sacchetti dell'inchiostro.

Tagliate le seppie a pezzi non troppo grandi e fatele rosolare in padella con olio extravergine d'oliva e due spicchi di aglio.

Sfumate con il vino bianco, aggiungere i pomodori tagliati a pezzi, l'origano, le foglie d'alloro e fate cuocere.

Unite il brodo vegetale e la marinata di pomodoro, coprite con un coperchio e girate di tanto in tanto per circa una decina di minuti.

Ora, togliete le seppie e tenetele in caldo.

Passate la salsa di cottura in un mixer e, una volta emulsionata, versatela nei piatti con i bordi abbastanza alti.

Disponete al centro le seppie insieme alle fette di pane abbrustolito e aggiungete un filo d'olio extravergine d'oliva e il prezzemolo.

Trucchi del mestiere
Potete arricchire la decorazione del piatto macchiando la salsa con gocce di nero di seppia.


Il Sommelier consiglia
Nero d'Avola
Regione: Sicilia
Produttore: Morgante


Note di degustazione

Apprezzatissimo e pluripremiato dalla critica enologica, il Nero d'Avola dei fratelli Morgante è il principe dei vini rossi siciliani con uno straordinario rapporto qualità-prezzo.
Cresciuto su colline che guardano la mitica Valle dei Templi di Agrigento, questo vino gode un prezioso equilibrio nella complessità di sentori e aromi che lo rendono succoso e fruttato, poi balsamico, vellutato, corposo e sapido, ma anche morbido e fresco.

mercoledì 9 dicembre 2009

Risotto al nero di seppia di lenza e pomodorini secchi




Difficoltà
media

Costo
€ 18,00


Per 4 persone
2 seppie di lenza piuttosto grandi, 2 spicchi di aglio, 2 pelati e 2 pomodori, 8 pomodorini secchi sottolio, 1 mestolo di marinata di pomodoro, 1 bicchiere di vino bianco secco, 4 mestoli di brodo vegetale, sale e peperoncino q.b., prezzemolo, 2 cucchiai di parmigiano reggiano, olio extravergine d'oliva



Preparazione

Per la marinata di pomodoro
Mettete n una padella uno spicchio di aglio con un filo d'olio e fate soffriggere. Aggiungete i pelati e i pomodori freschi tagliati a pezzi, con mezzo bicchiere di vino bianco.
Fate cuocere per 15 minuti a fiamma bassa e, una volta cotti, passate i pomodori in un passino, ottenendo così la salsa.


Ora
Pulite le seppie, facendo attenzione a non rompere il sacchetto dell'inchiostro e mettetene da parte uno.

Tagliate le seppie a pezzi non troppo grandi e saltatele in padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio.

Fate rosolare bene, poi aggiungete il riso e sfumate con mezzo bicchiere di vino.

Unite un mestolo di brodo vegetale e il sacchetto di nero di seppia, insieme a un mestolo di marinata di pomodoro.

Girate di tanto in tanto e, quando necessario, aggiungete brodo vegetale sino a terminare la cottura del riso (circa 15 minuti).

Unite sale e peperoncino secondo il vostro gusto.

Mantecate fuori dal fuoco con una presa di parmigiano grattugiato e guarnite con prezzemolo e pomodorini tagliati a julienne.


Il Sommelier consiglia

Rayon Blanc de Morgex et de La Salle D.O.C. 2008
Regione: Val d'Aosta
Produttore: Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle


Note di degustazione
Ama essere bevuto giovane, ad una temperatura tra gli 8° e i 10° C che valorizzano i sentori di pera bianca, glicine e freschi fiori di montagna e donano ancor più armonia al bouquet aromatico di pera, mango, zucchero filato, albicocca e mandorla amara.


Ma soprattutto, il Blanc de Morgex et de La Salle è un vino speciale, che ha una personalità forte ed indiscussa come la storia di cui è protagonista... Vissuta nei meravigliosi paesaggi sulle pendici del Monte Bianco, dove i vigneti sono pergolati abbarbicati a ciclopici massi e filari che si inerpicano sino ad altitudini insoliti e proibitive, questa è la storia di una grande sfida che l'uomo ha accolto e vinto con risultati eccellenti: grazie ad un'uva che ha contratto il suo ciclo e, con una a germogliazione tardiva e la maturazione precoce sfugge alle ultime gelide brinate di primavera e all'improvvisata delle prime nevi d'autunno, regalandoci un vino di razza aristocratica, elegante e prezioso come pochi.

giovedì 3 dicembre 2009

Insalata di seppie e finocchi con citronette di lime e acciuga




Difficoltà
facile

Costo
€ 20,00

Per 4 persone
4 seppie (non troppo grandi!), 2 lime, 1 acciuga sotto sale, 2 finocchi, 8 capperi in salamoia, olio extravergine di oliva, sale Maldon, pepe nero q.b.





Preparazione

Pulite le seppie, facendo attenzione a non rompere il sacchetto d'inchiostro.

Tagliate le seppie e i finocchi a julienne.

In una ciotola, mettete il succo di un lime e fate marinare le seppie per 5 minuti.

Scolate il succo in eccesso, aggiungete i finocchi e mescolateli con l'olio extravergine d'oliva, sale e pepe.

Per la citronette, passate nel mixer 1 acciuga, il succo di ½ lime, olio e pepe.

Servite l'insalata di seppie e finocchi conditi con la citronette emulsionata, 2 capperi a persona e qualche fetta di lime tagliata molto sottile.


Le parole del gusto
Vinaigrette e Citronette. La vinaigrette è un condimento semplicissimo a base di olio, sale e aceto a cui, a piacere, si può aggiungere anche pepe e erbe aromatiche. Nel caso in cui all'aceto si sostituisce il succo di limone, prende il nome di citronette
É ottima per insalate, verdure crude e alcuni piatti di pesce.
Il segreto di una vinaigrette o citronette perfetta è dato dall'equilibrio delle dosi e dall'emulsione omogenea e fluida degli ingredienti.


Il Sommelier consiglia
Verdicchio di Matelica D.O.C.G. 2008
Regione: Marche
Produttore: Collestefano


Note di degustazione
Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli e profumi che evocano erba di campo e mela. Il gusto ha una struttura morbida, non invadente e appena sostenuto da una vena fresca, minerale e acida che gli dona una particolare fragranza.
L'azienda, a conduzione familiare, sorge sulla sommità di una collina dell'Appennino umbro-marchigiano, nella zona d'elezione del Verdicchio di Matelica.
Dal 1995 i vigneti vengono gestiti secondo i metodi dell'agricoltura biologica.

lunedì 30 novembre 2009

Ritratto di una seppia







Si lascia dondolare dalle correnti, tenendo l'equilibrio con la sottile pinna che le orna il corpo ovale e schiacciato. Poi all'improvviso, butta fuori l'acqua con forza e scappa via.
La seppia è così, un animale solitario che non gradisce neppure la presenza dei suoi simili. Trascorre gran parte della giornata, standosene immobile sotto la sabbia. Di notte invece esce alla ricerca di cibo: granchi, piccoli crostacei, pesciolini, che cattura con i lunghi tentacoli e porta alle sue forti mascelle a forma di becco di pappagallo.


Sotto il mantello custodisce il famoso “osso di seppia”, una sorta di conchiglia interna che le leggende associano a misteriosi filtri d'amore, ed una sacca di inchiostro che la seppia spruzza in caso di pericolo, per accecare i predatori ed avere il tempo di fuggire lontano. Da qui un tempo si estraeva il cosiddetto “color seppia”, mentre oggi quest'inchiostro naturale è piuttosto l'intrigante ingrediente di alcune ricette al nero!


Dotata di eccellenti capacità mimetiche, la seppia ama cambiare colore non solo per difendersi, ma anche per piacevoli conquiste: il maschio, soprattutto, durante il corteggiamento si copre di bellissime linee ondulate rosso fuoco.
Anche le uova hanno una storia particolare: la femmina le depone su piante marine come grappoli neri, tanto da essere chiamate “uva di mare”, e da qui nascono seppioline non molto più grandi di un centimetro.


Tra le notizie più curiose, c'è sicuramente il metodo di pesca con cui alcuni pescatori sportivi si divertono e magari ottengono anche ottimi risultati: si attacca una seppia femmina alla lenza e, quando i maschi si avvicinano, si tirano su con un retino o, ancora, si utilizza un attrezzo con specchietto, lasciando che ad ingannare il maschio sia addirittura la sua immagine riflessa...


Cos'altro aggiungere?! Questo stravagante mollusco è stato scelto per il menu di dicembre, uno dei mesi gastronomici per eccellenza, tra cenoni e grandi pranzi di famiglia nei giorni rossi sul calendario e quella miriade di cenette tra amici e spuntini di mezzanotte con cui ci deliziamo nelle feste di Natale e di buon auspicio per il nuovo anno!

mercoledì 25 novembre 2009

Semifreddo di castagne di Bassiano con marrons glacès e pistacchi di Bronte


Ingredienti & dosi per 6 persone

150 g. di crema (o confettura) di castagne di Bassiano, 4 uova, 80 g. di zucchero, ¼ l. di panna, 4 cucchiai di rum agricolo, 5 marrons glacès, 20 g. di pistacchi di Bronte, 300 g. di meringa all'italiana





Preparazione

Separate i tuorli dagli albumi e, in una terrina, lavorateli con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.

Unite la crema di castagne, il rum e i marrons glacès spezzettati grossolanamente, avendo cura però di lasciarne un po' da parte per la decorazione.

Aggiungete infine la meringa all'italiana e la panna montata, incorporando il tutto molto delicatamente.

Versate ora il composto in stampini di acciaio del diametro di 7 cm e fate riposare nel congelatore per almeno 2 ore.

Al momento di servire, togliete gli stampi dal congelatore ed immergeteli per qualche istante in un recipiente con acqua calda, poi capovolgeteli sul piatto di portata.

Completate la decorazione con i marrons glacès restanti e qualche pistacchio.


Per la meringa all'italiana...

Cos'è
Ben diversa dalla meringa ordinaria, detta anche francese (con i suoi lunghi e pazienti tempi di cottura ed una consistenza asciutta, fragrante e leggera), la meringa all'italiana è una crema speciale, a base di zucchero e albumi, che viene utilizzata per farcire alcuni dolci.

Come si fa
In una piccola casseruola di rame cuocete circa 500 g. di zucchero in 125 g. di acqua, fino a raggiungere la temperatura di 121° C (utilizzate un termometro da sciroppi o un termometro digitale).
Montate gli albumi a neve nella planetaria a velocità media e, continuando a montare, aggiungete lo sciroppo di zucchero versandolo a filo.
Ora aumentate al massimo la velocità della planetaria e proseguite la montatura sino al completo raffreddamento della meringa.
Utilizzatela subito!

venerdì 13 novembre 2009

Mazzancolle al Moscato di Terracina "Oppidum"



Difficoltà
semplice

Costo
€ 55,00

Per 4 persone
1 kg di mazzancolle (circa 100 g l'una), 300 cl. di Moscato di Terracina “Oppidum”, 2 spicchi di aglio, 1 peperoncino, 1 presa di prezzemolo, 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva




Preparazione
Pulite le mazzancolle, lasciando testa e coda. Incidere sul dorso per eliminare l'intestino.
In una padella fate soffriggere l'aglio, aggiungete le mazzancolle e scottatele su entrambi i lati.

Versate un poco alla volta il vino e fatelo sfumare.

Aggiungete un mestolo di brodo vegetale e coprite.

Cuocete per 7 minuti, poi aggiungete il prezzemolo e servite.


Trucchi del mestiere
Per accendere il colore del piatto... aggiungete un po' di pomodoro fresco in concassè!

Il Sommelier consiglia
Moscato di Terracina Oppidum D.O.C. 2008
Regione: Lazio
Produttore: Cantina Sant'Andrea

Appunti di storia e note di degustazione
Furono i coloni greci a portare semi e tralci del dolce e profumatissimo moscato nelle terre della Magna Grecia. Quello di Terracina si distingue per i tralci lunghi color cannella, le foglie piuttosto grandi con dentatura larga e acuta, i grappoli piramidali e gli acini grossi, di colore giallo-verde e dorato, caratterizzati da una buccia spessa e resistente e la polpa ricca e succosa.

Grazie all'ambiente particolarmente favorevole, dai terreni sabbiosi e soleggiati del litorale a quelli argillosi della Valle spesso accarezzati dai venti di libeccio e scirocco, il Moscato di Terracina ha una grande storia da raccontare. Basta pensare che nel lontano 1926 la quantità della produzione sfiorava i 100mila quintali, per un valore di 15milioni di lire di allora! Erano gli anni d'oro, quelli in cui ogni giorno partivano dalla stazione di Terracina treni carichi di questa apprezzatissima uva moscato, diretti verso mercati nazionali ed esteri.


Con il suo Oppidum, La Cantina Sant'Andrea rende omaggio alla storia e alla cultura vitivinicola di questa terra del Moscato.

Giallo paglierino carico con lievi riflessi dorati, caratterizzato da profumi intensi di frutta tropicale, rosa appassita e albicocca e con un sapore ricco, pieno, equilibrato nell'acidità e esuberante nelle note aromatiche, l'Oppidum (moscato di Terracina D.O.C. Secco) accompagna elaborati piatti di pesce, fritti e antipasti di mare. Da servire fresco (10-12° C)

mercoledì 11 novembre 2009

Conoscere, degustare e apprezzare la birra... soprattutto d'inverno!



Con la proposta del risotto con mazzancolle aromatizzato alla birra ed il suo abbinamento con la pregiata Isaac della Selezione Balandin, il menu di novembre ci dà l'opportunità di fare quattro chiacchiere sull'affascinante percorso delle birre di qualità nella cultura italiana del bere.


Eh sì, perché seppure il Bel Paese, con poco più di una trentina di litri di consumo pro capite all'anno, resta parecchio indietro nella classifica mondiale degli amanti delle “bionde”, dove ci si imbatte in ben altri numeri - 157 i litri per la Repubblica Ceca, 131 per l'Irlanda, 115 per la Germania, 99 per il Regno Unito (99 litri) e via di questo passo con Belgio, Danimarca, Finlandia, etc (fonte: Assobirra 2004)-, è pur vero che negli ultimi dieci anni noi abbiamo stravolto il nostro modo di concepire e consumare questa antichissima bevanda.

Stop alla birra, leggermente aromatica e spesso troppo gasata, che si beve ghiacciata d'estate e si accompagna a pizza, wurstel o al massimo ad una grigliata di carne tra amici!
Grazie alla scelta in favore della qualità e all'evoluzione creativa del gusto messa in atto dai sempre più numerosi birrifici artigianali e accolta con entusiasmo da bevitori consapevoli e appassionati delle buone novità, ecco che anche in Italia il mondo delle birre comincia finalmente a conoscere quell'offerta varia, assortita ed interessante che da lungo tempo ha conquistato gli altri paesi.

Cominciamo a capirci qualcosa...

Com'è fatta
La birra è acqua, malto, luppolo, lievito e, se volete, spezie e frutta ad impreziosire il bouquet di aromi.


Dell'acqua ciò che influisce sulle qualità organolettiche della birra è soprattutto la durezza, ossia la presenza di sostanze minerali in essa disciolta. La regola è: acque dure per birre amare prodotte con malto tostato e acque dolci per birre delicate come le pils e le lager.

Derivato dell'orzo, ma anche frumento, segale, avena e altri cereali fatti germinare e poi essiccati e torrefatti, il malto è la nota dolce della birra.


Il luppolo è una pianta rampicante della stessa famiglia della canapa, dell'ortica e dell'olmo. Ad interessarci sono i cosiddetti coni, le infiorescenze della pianta femminile che contengono una sostanza ricca di oli e resine amari e aromatici. Fu per le sue proprietà conservanti che si cominciò ad aggiungere luppolo alla birra, ma ben presto le sue sfumature aromatiche hanno conquistato un posto di rilievo nel definire il carattere delle birre (un po' come accade con la varietà di uva per il vino).

Infine c'è il lievito, che determina il processo di fermentazione in cui gli zuccheri e gli amminoacidi del mosto si trasformano in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche.

Come si conserva
Per mantenerne inalterate le caratteristiche organolettiche, la birra -che è un prodotto vivo- ha bisogno di particolare cura nella conservazione: luoghi ben areati ed asciutti, rigorosamente protetta dai raggi del sole e lontana da odori forti e persistenti, a una temperatura costante di circa 18°C.

N.B. Ad ogni modo la birra non riceve benefici dall'invecchiamento: le pils e le lager tendono ad opacizzarsi e ad avere una schiuma poco durevole, mentre le birre scure accentuano i toni liquorosi!

Come si serve
Le temperature di servizio - Per assaporare l'ampiezza del gusto di una buona birra, è fondamentale berla alla sua giusta temperatura e, soprattutto, mai ghiacciata!

In particolare:

  • Lager, Ice e Bianche devono essere servite tra i 4° e i 6° C
  • Ale, Speciali e Abbazia vanno bene intorno a 8°-10° C
  • Le Trappiste sono perfette tra 10° e i 12° C

La spillatura - Momento delicato, la spillatura della birra pretende che il bicchiere sia perfettamente pulito e sciacquato appena prima di versarla.

  • Aprite la bottiglia e controllate che il tappo sia assolutamente privo di ossido e muffe.
  • Posizionate il bicchiere a 45° e cominciate a versare la birra. Pian piano raddrizzate il bicchiere, formando un'abbondante testa di schiuma.
  • Posizionate bicchiere, bottiglia e tappo sul vassoio di servizio.

Vademecum di degustazione

La schiuma – É qui che risiedono gran parte dei profumi e delle sfumature olfattive della birra. A seconda del tipo, può essere più o meno scura, ricca, cremosa e densa, se ne giudica la grandezza delle bolle e, ancora, la sua durata, persistenza e aderenza al bicchiere.

Il colore – Contro il diffuso pregiudizio secondo il quale le bionde sono leggere e le scure invece forti, ribadiamo che il colore della birra non è direttamente legato al suo grado alcolico ma alla qualità e quantità di malto utilizzato ed esistono vere e proprie scale di colore delle birre, come la SRM (Standard Research Method) o dei gradi Lovibond.
Detto questo, il giallo paglierino è indice di una tostatura leggera che dona alla bevanda un gusto delicato, mentre le sfumature di colore più scure e rossicce sono date da temperature e tempi elevati che tostatura che liberano aromi intensi e persistenti. Talvolta, infine, il malto viene addirittura caramellato, assumendo un colore simile al cioccolato ed un sapore decisamente amaro.

La limpidezza – Altro fattore di significativa importanza nell'analisi visiva di una birra è il suo grado di limpidezza. Può essere quindi definita limpida e brillante, velata, opaca o persino torbida. Ciò che è interessante notare è che non sempre la limpidezza è un indicatore di qualità, anzi: spesso birre straordinarie sono volutamente non filtrate e la sospensione di lieviti è molto evidente.

L'odore – Della molteplicità dei profumi di una birra sono responsabili più di 600 composti chimici generati durante i processi di maltatura, tostatura e fermentazione. L'aroma principale resta comunque quello del malto, come di pane fragrante, biscotti appena sfornati, caramello o piuttosto con le note più amare di liquirizia e caffè.

Il corpo – Più o meno acquoso o denso e vellutato, il corpo disegna questo percorso sensoriale crescente dalle birre leggere a quelle strutturate. La sua corretta percezione si ha sin dal primo sorso, facendone roteare una buona quantità sulle pareti della bocca e sulla lingua.

Il gusto – Tutto si gioca nell'equilibrio, di volta in volta diverso a seconda della tipologia di birra e dello stile di fabbricazione, tra il dolce del malto e l'amaro di lieviti e, soprattutto, del luppolo.
Scientificamente, sulla punta della lingua è possibile apprezzare le sensazioni legate al dolce e, in certi casi, sentire il pizzicare dell'alcol ed il frizzare di alcune birre. La percezione dell'amaro richiede invece un sorso lungo, affinché la birra riposi qualche secondo sull'incavo della lingua prima di essere deglutita.
Ci sono poi tutta una serie di percezioni gustative, legate a sentori fruttati, floreali, vegetali, spezie, miele, cioccolato, etc. A tal proposito uno schema interpretativo interessante è la cosiddetta ruota degli aromi di Meilgaard.

Birre d'inverno
Ogni birra ha la sua stagione. Può sembrare un'affermazione quantomeno insolita, dal momento che l'industria moderna consente la produzione di ogni genere e tipo di birra in qualsiasi giorno dell'anno. Ma la tradizione birraia era ben altra...

Così, l'autunno accompagna il bevitore raffinato nell'incontro con le birre della stagione fredda.
Si comincia con le Bock, birre germaniche a bassa fermentazione e alta gradazione alcolica, dense, pastose e con un sapore deciso di malto che le rende perfette nei mesi di ottobre e novembre.

Zenzero, cannella, chiodo di garofano e noce moscata sono invece i profumi delle Spiced Beer, ottime compagne di giornate fredde e uggiose.

É quindi la volta delle Old Ale, birre inglesi, scure, con corpo vellutato, struttura potente e un invecchiamento che a volte suggerisce il paragone con un Porto o un Madera.

Amare, molto scure e con una forte personalità sono la tipica birra irlandese Stout e la londinese Porter.

E ancora, per chi ama gli aromi dolci, fruttati e quasi vinosi, come il grado alcolico pari a 12% vol., è il caso di affidarsi alle Barley Wine (letteralmente “vino d'orzo”).

Prodotte nelle abbazie di Belgio e Olanda, dove i monaci hanno impreziosito l'ospitalità offerta ai pellegrini con un'eccellente produzione birraia, le Trappiste si caratterizzano per la struttura aromatica molto ricca e variegata ed una gradazione alcolica piuttosto spinta. Accanto ad esse le Abbazia, stessa tradizione di corpo, aroma e gusto ma prodotte oggi in birrerie esterne.

La carrellata delle birre d'inverno si chiude, infine, con le Scottish Ale, una piacevole e intrigante versione scozzese delle Ale, le Strong Gold Ale dal corpo inglese e effervescenza, acidità e aromaticità tipiche belghe, le tedesche Rauchbier prodotte con malto affumicato in forno, le Oatmeal Beer con farina d'avena che conferisce un effetto quasi setoso.

Risotto carnaroli con mazzancolle e funghi porcini e galletti sfumato alla birra Isaac




Difficoltà
media

Costo
€ 50,00

Per 4 persone
330 g di riso carnaroli, 800 g di mazzancolle, 1 scalogno piccolo, 30 cl di birra Isaac, 60 g di burro, 300 g di funghi porcini, 400 g di funghi galletti, 2 cucchiaio di parmigiano reggiano, sale, pepe e prezzemolo q.b.






Preparazione

Pulite le mazzancolle, levando testa, guscio e intestino.
Fate rosolare nel burro lo scalogno tritato, unite le mazzancolle e scottatele su ambedue i lati per un paio di minuti.

Togliete 4 mazzancolle e tenetele in caldo, le altre tagliatele a tocchetti abbastanza grandi e nella stessa padella aggiungete il riso e fatelo tostare per 4 minuti.


Sfumate con la birra un poco alla volta e aggiungete i funghi precedentemente puliti (i galletti tagliateli in 2 parti, mentre i porcini a listarelle).

Aggiungete del brodo bollente, ottenuto con gli scarti delle mazzancolle e verdure.

Fate cuocere per 15-18 minuti, avendo cura di mescolare ed aggiungere altro brodo quando necessario.


Terminata la cottura del riso, mantecate fuori dal fuoco con il parmigiano, aggiungete il prezzemolo e regolate con sale e pepe.

Guarnite ogni piatto con una mazzancolla intera e servite!


Il Sommelier consiglia
naturalmente... Birra ISAAC Selezione BALADIN

Birra "blanche"
Alc. 5%
bott. 0,75 l
servire a 10-12°C

Ingredienti: acqua, malti d'orzo (da filiera moralmente controllata), frumento, luppolo, lievito, spezie, zucchero d canna grezzo (da commercio Equo e Solidale)
Non pastorizzata
Rifermentata in bottiglia

Note di degustazione
Elegantemente bianca r delicatamente raffinata, carezzevole per una brezza di agrumi, rinforzati dai sussulti di spezie dolci e delicate come il coriandolo.
Trova suadente collocazione con piatti delicati di pesce e con aperitivi di sfiziosi amuse gueule.

mercoledì 4 novembre 2009

Mazzancolle in tempura piccante



Per 4 persone
8 mazzancolle,1 l di olio di semi di arachide, tabasco
200 g di farina, 320 ml di acqua ghiacciata, 2 tuorli d'uovo





Per la pastella

Mettete i tuorli in una ciotola, sbatteteli bene, versate l'acqua ghiacciata e mescolate.

Setacciate la farina, aggiungetela e mescolate, ma non troppo a lungo affinché non diventi collosa (non importa se resta qualche grumo).

Aggiungete il tabasco.


Trucchi del mestiere
La leggerezza della tempura
Gli ingredienti della tempura sono gli stessi di quelli normalmente usati per i fritti. La differenza è nella preparazione: per mantenere la pastella così leggera utilizzate ingredienti e contenitori freddi e fate attenzione a non tenere troppo a lungo la pastella vicino al fuoco durante la friggitura.

Preparazione
Pulite le mazzancolle, eliminando gli intestini, lavatele bene e sgusciatele lasciando solo l'ultimo segmento del guscio insieme alla coda.

Fate anche 2-3 incisioni sul ventre in modo che non si arriccino durante la friggitura.

Immergete le mazzancolle nella pastella e friggetele nell'olio portato a temperatura.

Quando sono croccanti, mettetele ad asciugare sulla carta da cucina.

Trucchi del mestiere
Il test della temperatura dell'olio
Per testare la temperatura dell'olio, fatevi cadere qualche goccia di pastella:
  • se resta a galla e brucia quasi subito vuol dire che la temperatura è troppo alta;
  • se affonda sino a posarsi sul fondo e ci mette un po' a tornare a galla, è invece troppo bassa;
  • se affonda sino a metà della profondità dell'olio e torna a galla, significa che la temperatura è ottimale (170-180° C)

Il Sommelier consiglia
Ribolla Gialla Brut 2005
Regione: Friuli
Produttore: Eugenio Collavini

Note di degustazione
Dai Colli Orientali del Friuli e Collio, questo Vino Spumante Di Qualità si distingue per il perlage finissimo e persistente, il profumo delicato e al tempo stesso complesso e fruttato che introduce ad un gusto ricco di struttura e aromi.
Eccezionale come aperitivo e per accompagnare piatti a base di molluschi e pesce.

La mazzancolla: come riconoscere se è fresca



Gambero mediterraneo per eccellenza, la mazzancolla è un crostaceo dal gusto straordinariamente delicato. Le sue carni, sode e deliziose, contengono un'importante percentuale di vitamine, fosforo, calcio e ferro e pochissimi grassi.



É a lei che dedichiamo il menu di questo mese, a cominciare da sfiziosissimo cartoccio di mazzancolle in tempura piccante.

Ma prima d'ogni ricetta e consiglio gastronomico è importante imparare ad acquistare mazzancolle di qualità e freschezza garantite.

Ecco come:
  • il più veritiero indice di freschezza è l'odore: annusando la mazzancolla, non si deve percepire alcun sentore di ammoniaca

  • la testa deve essere ben attaccata al corpo, così come i suoi baffi devono risultare forti e resistenti
  • nell'acqua il suo colore è grigio, con bellissime trasparenze e riflessi gialli e rossastri: non deve essere annerita!

lunedì 26 ottobre 2009

Coccole d'autunno: sbriciolata ai frutti di bosco e mousse al cioccolato fondente

Per concludere dolcemente questo primo menu d'autunno, abbiamo pensato di lasciarci andare a qualche peccatuccio di gola in più e preparare non uno, ma ben due dessert!

Il primo è dedicato a chi ripensa ancora con malinconia ai sapori freschi e delicati dell'estate appena conclusa: fragrante pasta sfoglia, morbida crema chantilly e l'agrodolce degli ultimi frutti di bosco selvatici.
Il secondo, invece, è per gli autentici amanti del cioccolato, di quelli che non vedono l'ora che l'aria geli un pochino per riscoprire maglioni e coperte, starsene a casa in famiglia o tra amici e tornare finalmente a coccolarsi affondando il cucchiaino in un'irresistibile mousse al cioccolato fondente.

La sbriciolata ai frutti di bosco



Per la crema chantilly

Ingredienti e dosi
500 g. di latte, 125 g. di zucchero, 4 tuorli, 40 g. di farina, 5 g. di burro 1 baccello di vaniglia

In una casseruola versate il latte con il baccello di vaniglia diviso in due longitudinalmente e portate a ebollizione.

In un altro contenitore battete i tuorli con zucchero sino ad ottenere un composto omogeneo.

Unite la farina, mescolate rapidamente e aggiungete 1/3 del latte bollente.

Ora versate il miscuglio nella casseruola, rimettere sul fuoco e attendete la comparsa delle prime bolle per spegnere e travasare la crema in una ciotola.

Fate raffreddare, avendo cura di mettere sulla superficie qualche fiocchetto di burro affinché non si formi la pellicola.

Aggiungete la panna montata leggermente nella quantità pari ad 1/3 del peso della crema, che da pasticcera diventerà così chantilly.

Per la pasta sfoglia
Se volete che il dolce renda perfettamente omaggio alla vostra maestria di pasticcere, non cedete alla tentazione di acquistare la pasta sfoglia bella e pronta... Rimboccatevi le maniche e armatevi di tanta pazienza!!! :)


Ingredienti e dosi
600 g. di farina, 800 g. di burro, 1 uovo e ½, 50 g. di acqua, sale

Impastate la farina con 250 g. di burro, l'acqua, le uova e un pizzico di sale. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 4-5 ore.

Trascorso il tempo, stendete la pasta con il mattarello sino a creare un rettangolo spesso circa 1 cm.

Ponete al centro i 550 g. d burro rimasti, appiattendolo un poco, e richiudere sul burro i due lembi di pasta.

Ora, imprimendo al mattarello una pressione regolare e muovendolo sempre nella stessa direzione, stendete nuovamente la pasta formando un rettangolo di 0,5 cm di spessore. Ripiegate il rettangolo in 3 e riponete in frigo per un'ora.

Ripetete questa operazione per una seconda volta dopo un'ora e per una terza volta dopo 5 ore.

Pronta!

Per la salsa ai frutti di bosco

Ingredienti e dosi
4 vaschette miste di frutti di bosco freschi, 100 g. di Grand Marnier, 100 g. di vodka, 150 g. di zucchero

Mescolate il tutto in una padella antiaderente e cucinare lentamente a fuoco basso, fino a ridurre in purea.

Montaggio del dolce
Prendete un cucchiaio abbondante di crema chantilly e posizionatela al centro del piatto.

Sbriciolate a piacimento la pasta sfoglia e versate due cucchiaini di salsa ai frutti di bosco.

Guarnite con qualche frutto fresco e spolverate con lo zucchero a velo.

Servite!

La mousse al cioccolato fondente


Ingredienti e dosi
250 g. di cioccolato fondente al 70%, 125 g. di burro. 6 uova

Attrezzi del mestiere
Il suo nome è “bastardella”, a causa della sua forma imperfetta: né ovale, né circolare. Si tratta di un recipiente di metallo con due manici, simili a quelli di una bacinella.

Preparazione
Disponete il cioccolato ed il burro in una casseruola e fate fondere il tutto a bagnomaria.

Togliete dal fuoco, versate il composto in una bastardella e, quando il cioccolato raggiunge la temperatura di circa 60° (tiepido), unite uno alla volta i tuorli mescolando con una spatola di gomma.

Aggiungete infine gli albumi montati leggermente a neve. Versate in stampi a piacimento e lasciate riposare in frigo per almeno 3 ore.

Montaggio del dolce
Ponete la mousse al centro del piatto, spennellate con del cioccolato fondente e aggiungete un rametto di menta.
Servite!


Lo sapevate che...
Il cioccolato fa bene, se è fondente è meglio!


Sono ormai noti gli studi che dimostrano le numerose proprietà benefiche del cioccolato, tanto da divenire luoghi comuni: combatte fatiche e stress, favorisce la concentrazione, consola e premia, dona il buonumore, ha potere afrodisiaco e chi più ne ha più ne metta.
Se poi è fondente, ed è di qualità, il cioccolato è un toccasana per cuore e arterie, che riduce il rischio di infarto, ictus e anche di alcuni tumori.
Sono infatti i flavoniodi, ossia quelle sostanze che conferiscono al cioccolato fondente il suo caratteristico gusto amaro, ad agire sulle pareti di vasi sanguigni con un intenso effetto rilassante.

Triglie in tortiera



Difficoltà
semplice
Costo
€ 20,00

Per 4 persone
1200 g. di triglie di scoglio, 200 cl. di aceto bianco, 1 spicchio di aglio tagliato a fettine sottili, 10 pomodorini pachino, 1 peperoncino fresco, olio extravergine di oliva, sale q.b.


É un piatto tipico della tradizione siciliana, che nella sua versione classiche è fatto con le alici o con le sarde. La nostra variante utilizza invece le triglie di scoglio...
Preparazione
Pulite, lavate e squamate le triglie.
Versate tutti gli ingredienti in una casseruola e fate bollire per 2-3 minuti.
Servite!
Il sommelier consiglia
Cambrugiano Verdicchio di Matelica Doc Riserva
Regione: Marche
Produttore: Belisario

Note di degustazione
Molto strutturato, sapido e aromatico, questo vino esprime tutta la ricchezza del patrimonio organolettico e di un processo di produzione complesso, che va dalla vinificazione con il metodo della criomacerazione all'affinamento in acciaio ed in botti di legno di rovere.

Le parole del vino
Criomacerazione. É un particolare metodo di vinificazione che permette di estrarre la pienezza degli aromi contenuti nelle bucce e nei vinaccioli, senza però acquisire anche le sostanze coloranti e i tannini importanti per i vini rossi ma assolutamente negativi per i bianchi.
Tale processo, a freddo, inibisce gli enzimi e fa sì che con la fermentazione alcolica il vino acquisisca le sostanze odorose aromatiche e pochi polifenoli (le sostanze responsabili del colore, come i tannini) e di esprimere poi tutta la complessità di aromi e profumi dell'uva dalla quale è stato prodotto.

lunedì 19 ottobre 2009

Linguine con triglie di scoglio e olive itrane a crudo



Difficoltà
media
Costo
€ 15,00
Per 4 persone
400 g. di linguine, 500 g. di triglie, 1 spicchio di aglio, ½ cipolla, 1 costola di sedano, 8 pomodorini, 100 gr. di olive itrane, 1 mazzetto di basilico, olio extravergine di oliva, sale q.b.
Consigli per gli acquisti
Olive itrane. Spesso è conosciuta anche come“oliva di Gaeta”: un tempo infatti era quest'ultima ad ospitarne le coltivazioni, mentre oggi la maggior parte della produzione risiede ad Itri, paesino di collina a circa 5 km dal mare. Le caratteristiche del territorio ed il processo di lavorazione conferiscono all'oliva itrana un aroma unico, proprio di un prodotto tipico di alta qualità, candidato al riconoscimento del marchio IGP.
In particolare, questi frutti d'olivo dalla forma leggermente affusolata vengono raccolti a mano , calibrati e selezionati la sera stessa, stoccati in acqua dolce per 20-30 giorni e poi in acqua salata. Nasce così il sapore amarognolo con sfumature acetiche classiche delle fermentazioni naturali ed il caratteristico profumo di mosto vecchio.


Preparazione
Pulite, lavate e squamate le triglie, sfilettatele e con una pinzetta togliete le eventuali spine rimaste nei filetti.
Snocciolate le olive e mettetele da parte insieme a qualche filetto di triglia.
Con la carcassa delle triglie preparate un brodo, aggiungendo il sedano e la cipolla.
In una padella fate rosolare l'aglio in un filo di olio extravergine di oliva. Unite i filetti di triglia e i pomodorini e fate saltare per pochi secondi.
Aggiungete il brodo, poco alla volta, fino a quando le triglie non cominciano a sfaldarsi.
Bollite le linguine in acqua salata e poi saltatele in padella insieme alle olive snocciolate.
Servite, guarnendo con filetti di triglia crude ed una foglia di basilico.
Il sommelier consiglia
Franciacorta Brut Rosè Docg, sboccatura 2008
Regione: Lombardia
Produttore: Baroni Pizzini
Note di degustazione
Franciacorta, terra di nobili dimore e colline vitate, di cascine e cantine, è il luogo ed il metodo di produzione delle migliori bollicine d'Italia.
Con le sue note di frutta secca e confettura, il Rosé Docg, come tutti gli altri vini Barone Pizzini, è frutto di metodi di lavorazione che, sia in campagna che in cantina, preservano intatte le caratteristiche che la natura incontaminata sa donare all'uva. Tutti i vigneti Barone Pizzini, in Franciacorta, Toscana, Marche e Puglia, sono infatti certificati secondo il disciplinare della viticoltura biologica, volta a garantire ad ogni vino la sua qualità superiore.
Le parole del vino
Sboccatura (degorgement)
É l'ultima fase di lavorazione dello spumante, secondo il metodo classico o champenoise e serve a far fuoriuscire le fecce, ossia i residui della presa di spuma, la seconda fermentazione che rende il vino spumeggiante. Ciò avviene congelando il collo della bottiglia affinché, togliendo il tappo, la pressione espella il ghiacciolo con le fecce. Si procede poi rimboccando la bottiglia con sciroppo di vino e zucchero, liqueur d'expédition, che determina le caratteristiche dello spumante (dolce, dry, brut, ecc...). Infine la bottiglia viene tappata con il classico tappo di sughero.
Riportare nel retro dell'etichetta l'anno di sboccatura denota maturità e cura del consumatore: tale informazione è infatti un importante indice di freschezza, tanto più che gli spumanti e gli champagne dovrebbero essere consumati entro un anno dalla data di sboccatura.

martedì 13 ottobre 2009

Filetti di triglia di scoglio con emulsione di olio e limone

... in meno di


Difficoltà
semplice

Costo
€ 20,00

Per 4 persone
1 kg. di triglie di scoglio (8 pezzi), 1 limone succoso, 2 spicchi di aglio, 1 manciata di prezzemolo, olio extravergine di oliva, sale q.b.



Preparazione
Pulite, lavate e squamate le triglie, sfilettatele con testa e coda comprese.

Nel frattempo preparate l'emulsione con l'olio, il limone e l'aglio tagliato a pezzettini.

Scottate velocemente le triglie sulla piastra per circa 30 secondi e solo dalla parte aperta.

Disporle in piatto, condire con abbondante emulsione e servire.


Il sommelier consiglia
Stoan Doc 2007
Regione: Alto Adige
Produttore Tramin

Note di degustazione
Il suo nome significa "sasso" ed è un omaggio al terreno roccioso, calcareo e ricco di minerali che nutre le pregiate uve di Termeno, Sud-Tirolo.
Dopo la vendemmia, una pressatura soffice e poi la fermentazione in botti di legno ne valorizzano la personalità con aromi raffinati, note di pesca e sambuco e, ancora, ananas, banana, pera.
É fresco, morbido e straordinariamente piacevole.

lunedì 12 ottobre 2009

La triglia: l'intenso sapore del mare




La scelta del mese di ottobre cade su quello che fu uno dei cibi preferiti dagli antichi romani: la triglia. Con le sue carni tenere e al tempo stesso sode ed elastiche, questo simpatico pesciolino porta in tavola quel che si dice l'intenso sapore del mare. Mentre son presto dimenticate le scocciature dovute alle grosse squame ed alle fastidiose spine...


Io la adoro per il suo muso buffo con i due lunghi barbigli, per il colore della pelle che mette allegria, ma soprattutto per la ricchezza di gusto delle sue carni e, perché no, anche della spina centrale che, fritta e biscottata, diventa un insolito e goloso stuzzichino!



Come riconoscere se è fresco
Al momento dell'acquisto fate attenzione ad alcuni particolari decisivi:

  • la pelle deve essere lucente e le squame aderenti al corpo

  • gli occhi devono essere vivaci e sporgenti, con la pupilla nera

  • le branchie devono avere un coloro rosso acceso

  • la pancia non è gonfia


Un attrezzo molto utile...
Non tutti i pesci hanno le squame e non tutte le cotture prevedono che siano eliminate, anzi... nel caso del pesce al sale, ad esempio, sono proprio le squame a garantire la necessaria protezione.
Con le triglie, però, la squamatura è obbligatoria: grandi e piuttosto spesse, le squame rischiano di provocare un vero disastro se finiscono nell'intingolo che stiamo preparando.
Ma ecco che in nostro aiuto viene uno dei più ingegnosi attrezzi di cucina: il coltello squamatore. A dire la verità ne esistono di diversi tipi, dai più semplici a quello con serbatoio. Basta passarlo sul pesce nel verso contrario alle squame et voilà il gioco è fatto!

Triglia di sabbia o di scoglio?
La mia preferita è la seconda. La triglia di scoglio vive ad una profondità media, su fondali rocciosi, dove si nutre di plancton e piccoli crostacei: tutto questo accende le bellezza del suo colore e, soprattutto, rende le carni sono ancor più toniche, polpose e saporite.

Ed è infatti la triglia di scoglio quella che scopriremo: grigliata e condita con un'emulsione d'olio e limone, con linguine e olive itrane ed in una gustosa reinterpretazione delle alici in tortiera alla siciliana.


Buon appetito!

martedì 22 settembre 2009

Insalata di calamari all'aceto balsamico tradizionale di Modena



Difficoltà
semplice
Costo
€ 40,00

Per 4 persone
800 gr. di calamari freschissimi, 100 gr. di rucola, 200 gr. di pomodorini, olio extravergine di oliva, sale affumicato, aceto balsamico tradizionale di Modena


Preparazione
Tagliate a julienne i calamari e scottateli per pochi secondi sulla griglia rovente.

Strappate la rucola con le mani, tagliare i pomodorini a spicchi e mettete il tutto in una ciotola.

Condite con olio extravergine di oliva, qualche goccia di aceto balsamico tradizionale di Modena e un pizzico di sale affumicato.

Aggiungete i calamari, amalgamateli velocemente e servite.

Le parole del gusto
Il sale affumicato.
Secondo un particolarissimo metodo di lavorazione di origine vichinga, i cristalli di questo sale marino vengono affumicati al legno di quercia ed olmo rosso. Conferisce un gusto speciale anche a zuppe, frittate, pasta alla carbonara, verdure cotte e pesce.
Il sommelier consiglia
Alto Adige Valle Isarco Kerner Praepositus
Regione: Alto Adige
Produttore: Abbazia di Novacella
Note di degustazione
Sui soleggiati pendii della zona vitivinicola più settentrionale d'Italia, da otto secoli vigne pregiate producono uve bianche che vengono vinificate nel convento: nascono così i vini dell'Abbazia di Novacella.
Ottenuto dall'incrocio dell'uva a bacca rossa Schiava e dell'uva a bacca bianca Riesling renano, il Kerner si caratterizza per il colore paglierino luminosissimo, note minerali armoniosamente fuse con morbidi sentori di frutta e spezie ed un sapore sapido e fresco.
Da provare!

mercoledì 16 settembre 2009

Spaghettoni con bottarga di muggine e calamari



Difficoltà
semplice
Costo
€ 30,00
Per 4 persone
500 gr. di calamari freschissimi, 400 gr. di spaghettoni (pasta acqua e farina), 100 gr. di bottarga di muggine, ½ spicchio di aglio, olio extravergine di oliva, sale, peperoncino fresco, vino bianco e brodo vegetale




Preparazione
Tagliate abbastanza grossolanamente i calamari e saltateli in padella con l'aglio ed un pizzico di peperoncino fresco.
Sfumate con vino bianco e allungate con ½ mestolo di brodo vegetale.
Aggiungete ora gli spaghettoni appena bollito in acqua salata e saltateli per pochi minuti.
Impiattate e cospargete la pasta con la bottarga a crudo tagliata a coltello abbastanza fine.
Il sommelier consiglia
Franciacorta Gran Cuvèe Brut
Regione: Lombardia
Produttore: Bellavista

Note di degustazione
Chardonnay e Pinot Nero in equilibrio totale, questo Franciacorta Gran Cuvèe millesimato si distingue dai Brut tradizionali per il fatto che più del 30% dei vini che la costituiscono fermenta e matura per sette mesi in piccole botti di rovere.
La spuma bianca ed esuberante, il perlage minuto, serrato e persistente. L'aroma è complesso e floreale, il sapore asciutto ed eccezionalmente setoso. Aristocratico.

Nido di calamari e uova di trota



Difficoltà
media
Costo
€30,00

Per 4 persone
550 gr. di calamari freschissimi, ½ limone, ½ cuore di sedano, 2 cucchiaini di uova di trota, olio extravergine di oliva, sale Maldon e pepe q.b.



Preparazione
Pulite i calamari tagliandoli a strisce molto sottili e mescolateli in una ciotola con tutti gli altri ingredienti.
Lasciate insaporire per 10 minuti.
Servite il nido di calamari guarnito con una piccola julienne di buccia di limone.
Il Sommelier consiglia
Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze Extra Dry
Regione: Veneto
Produttore: Caneval

Note di degustazione
Colore giallo paglierino scarico, spuma fitta e perlage fine e persistente, profumo aromatico con sentori di rosa, glicine e pesca, sapore sapido, amabile e di straordinaria morbidezza ed eleganza.
Curiosità
Il Prosecco di Valdobbiadene di Caritizze è uno spumante DOC.
Il nome Cartizze deriva probabilmente dal dialetto “gardiz o gardizze”, ossia i graticci usati per l'appassimento delle uva. In tale zona, infatti, la vendemmia avveniva volutamente in ritardo, quando l'uva mostrava già i primi segni di appassimento naturale, per ottenere una maggiore concentrazione di aromi e sapori zuccherini nel vino.
Altra ipotesi è che la denominazione “Cartizze” sia legata invece alla pannocchia, detta appunto “cartiza”, dove l'uva veniva avvolta grappolo per grappolo allo scopo di aumentarne il tasso zuccherino.
Fatto sta che il vino ottenuto è stato per lungo tempo da dessert e che solo a partire dagli anni '50, con il cambiamento dei gusti che ha visto preferire sempre più spumanti dal colore scarico e con pochissimo zucchero, la lavorazione si è uniformata a quella del prosecco comune.
Tuttavia, mantenendo l'uso della vendemmia tardiva, il Cartizze unisce le qualità dei migliori prosecchi ad una profumazione decisamente più ricca e intensa.

martedì 15 settembre 2009

Il Calamaro: gustoso mollusco del Mediterraneo




Gli scienziati lo chiamano “Loligo vulgaris”, per noi è il calamaro: il mollusco di cui ti innamori fin da bambino, quando lo assaggi per la prima volta in fragranti anelli di frittura, e che da grande scopri in mille altre deliziose ricette.

Il suo corpo allungato ha la forma di un cono, con due pinne laterali che invece compongono quella di un rombo. All'interno ha una sottile conchiglia, chiamata gladio, ed una sacca di inchiostro che, in caso di pericolo, serve a confondere l'avversario e coprire la fuga.

Ha otto braccia e due lunghi tentacoli completamente coperti di ventose con cui attacca le sue prede e le porta alla caratteristica bocca, simile al becco di un pappagallo.



In mare...

Il periodo ideale per la pesca sono i mesi dell'autunno: il calamaro vive infatti in mare aperto ed è solo quando le acque diventano più fredde ed è tempo di deporre le uova che si avvicina alla costa.

Si pesca con reti a strascino e da traino, ma la tecnica più romantica è quella che vede i pescatori sportivi uscire al tramonto e trascorrere la notte in mare, utilizzando fonti luminose per attirare i calamari in superficie vicino alla barca.

Acque calme e temperature fredde, come in occasione della prima gelata di ottobre-novembre, sono le condizioni perfette per bottini storici ed epiche abbuffate dell'apprezzatissimo mollusco del Mediterraneo!


In pescheria...

Al momento dell'acquisto, alcune accortezze ci permettono di riconoscere lo stato di salute e freschezza del calamaro.

La pelle rosa-violacea e con punti bruno-rossicci deve essere umida, i tentacoli integri e la sacca dell'inchiostro deve avere un colore metallico intenso.
La carne è di un bianco candido ed emana un inconfondibile odore marino.

Scegliamo inoltre esemplari intorno ai 15-20 cm: sono più teneri e saporiti


In cucina...

Ed ecco invece come pulire i calamari in 4 semplici passi:



  1. strappare i tentacoli

  2. svuotare il calamaro, avendo cura di eliminare tutte le parti non utilizzabili come il gladio, la sacca e la cartilagine

  3. tirare via la pelle e sciacquare bene interno ed esterno del mollusco

  4. eliminare il becco, i bulbi oculari e le parti dure

Quanto ai consigli dello chef, vi anticipo che per il mese di settembre ho in programma:



  • Nido di calamari e uova di trota

  • Spaghettoni con bottarga di muggine e calamari

  • Insalata di calamari all'aceto balsamico tradizionale di Modena

  • il dessert è, come al solito, una dolce sorpresa affidata alla golosa creatività di Egle!

Come servire pesce fresco anche in tempo di fermo pesca



In cucina, amare il proprio territorio non vuol dire solo scegliere prodotti locali e attingere ai saperi enogastronomici della tradizione.
A volte, significa anche rinunciare alla pesca per proteggere il rinnovamento e la riproduzione degli abitanti del nostro amato mare.
Settembre è il mese del fermo pesca. E... come non tradire le golose aspettative dei nostri clienti?!
Noi del ristorante La Lanterna abbiamo deciso di affidarci ad amici, per i quali la pesca è solo sport e divertimento. Si tratta di piccoli fornitori di fiducia, che contribuiscono spesso e volentieri ad arricchire la nostra spesa quotidiana. In questi giorni però, godranno di una sorta di esclusiva!
Così, ogni mattina apriamo i battenti senza sapere quale sarà il menu del giorno, a deciderlo sarà il loro bottino di ricciole, pesci serra, spigole e, in casi molto fortunati, qualche aragosta.
C'è tra questi un vecchio pescatore che di tanto in tanto ci porta un polipetto e un giovanotto spericolato che, con la sua barchetta, si spinge nelle acque di Palmarola per tornare al mattino carico di ottimi saraghi e dentici!
Tuttavia, per quantità e qualità del pescato e delle fantasiose interpretazioni culinarie, il capolavoro del mese di Settembre non poteva che essere il calamaro!

venerdì 11 settembre 2009

Settembre, mese di bilanci



La stagione turistica, un po' come il sole, si fa pian piano più tiepida e malinconica. É il momento dei vacanzieri dell'ultimo minuto, delle comitive di turisti dal nord-Europa e degli amanti del relax in spiagge non affollate, con il mare più fresco e cristallino d'ogni altro mese estivo.

Per noi sono arrivate grandi soddisfazioni, insieme a idee e buoni propositi!

Eh sì, perché in questi mesi abbiamo lavorato davvero molto bene: la clientela è cresciuta, viene da sempre più lontano per un pranzo ricco e sfizioso o per trascorrere una bella serata nel nostro ristorante e, soprattutto, quel che più ci fa felici è che la stima e la fiducia che ci dimostrate ci stimolano a crescere, sperimentare, creare cose nuove...
Grazie, grazie, grazie!

giovedì 27 agosto 2009

Bavarese alle pesche




E per concludere questo menu speciale d'agosto, cosa c'è di meglio di una sofficissima e delicata bavarese con pesche gialle e succose?!

Ricordate però che non bastano i soli 60 minuti di lavoro: la baverese va preparata il giorno prima e dovrà riposare in frigo per almeno 8 ore!

Bhe, diamoci da fare...


Difficoltà
media

Per 4 persone
500 g. di latte, 250 g. di panna liquida fresca, 200 g. di zucchero, 100 g. di zucchero scuro di canna. 6 tuorli, 5 pesche gialle, 1 l. di sciroppo di zucchero (preparato con 750 g. di acqua, 400 g. di zucchero e una scorzetta di limone), il succo di 1 limone, 1 baccello di vaniglia, 12,5 g. di colla di pesce




La bavarese
Per prima cosa mettete lo sciroppo di zucchero sul fuoco, lavate le pesche e quando lo sciroppo comincia a bollire immergetele proseguendo la cottura per 10 minuti da quando riprende il bollore.

Sgocciolate le pesche, mettetele subito in acqua e ghiaccio e pelale. Nel frattempo mettiete a bagno in acqua fredda i fogli di colla di pesce.

Versate in una casseruola d'acciaio il latte, metà dello zucchero e il baccello di vaniglia diviso in due longitudinalmente.
Appena inizia l'ebollizione, toglete la casseruola dal fuoco, copritela e lasciate in infusione per 10 minuti.

Battete i tuorli con il resto dello zucchero, fino ad ottenere un composto biancastro. Poi unite il latte (senza la vaniglia) e mescolate energicamente. Versate la crema in una casseruola di rame e cuocete a fuoco dolce per 6-7 minuti, avendo cura di mescolare continuamente.

Ora versatela in una ciotola di vetro, aggiungete la colla di pesce ben strizzata e lasciate raffreddare sempre mescolando.

Tagliate 2 pesche a piccoli dati e unitele alla crema fredda. Montate la panna e incorporatela delicatamente alla crema.

Distribuite la bavarese in piccoli stampi e lasciala in frigorifero per almeno 8 ore.


La salsa di pesche
Tagliate le 3 pesche rimaste e passatele al frullatore con 200 g. dello sciroppo di cottura e il succo di limone.




Il montaggio del dolce
Sformate le bavaresi, cospargetele di zucchero scuro, poi fatelo leggermente bruciare con la fiamma o sotto la salamandra.

Servite con la salsa di pesche e qualche frutto rosso per guarnizione.

mercoledì 12 agosto 2009

Trancio di ricciola con salmoriglio e verdure arrostite





Difficoltà
media

Costo
€ 25,00

Per 4 persone
4 tranci di ricciola da 300 g. cad. , 1 melanzana, 2 zucchine, 2 finocchi, 2 patate








Preparazione
Scegliete le verdure di stagione da arrostire sulla griglia e fate scottare il trancio di ricciola,
tenendolo per pochi minuti su ogni lato.

Adagiate la ricciola sul letto di verdure arrostite e irrorate il tutto con il salmoriglio ancora caldo.

Le parole del gusto
Salmoriglio. Dal siciliano “sammurighiu”, è un condimento fresco e leggero usato sin dai tempi antichi nella cucina tradizionale del Meridione. Si tratta di una salsa a base di succo di limone, olio extravergin e di oliva e origano, nata per arricchire d'una nota di sapore mediterraneo le migliori arrostite di carne e pesce. É perfetto per accompagnare carpacci di pesce crudo e affumicato, lesso e arrosto, ma anche per condire fantasiose insalate estive.

Come si fa
versate un bicchiere di olio extravergine di oliva in un pentolino abbastanza largo e, sbattendolo con la forchetta, aggiungete a poco a poco mezzo bicchiere di acqua calda ed il succo di due limoni spremuti. Mettete sale e pepe, aggiungete l'aglio, un cucchiaio di origano fresco ed il prezzemolo precedentemente tritato. Fate cuocere il composto liquido nel pentolino a bagnomaria per meno di 5 minuti.

I trucchi del mestiere
Lessate per qualche minuto le patate in acqua bollente, così da agevolare la cottura alla griglia: resteranno compatte ma morbide e succose!

lunedì 10 agosto 2009

Paccheri artigianali al sugo di ricciola di Ponza



Difficoltà
media

Costo
€ 15,00

Per 4 persone
400 g di ricciola, 400 g di paccheri, 1 spicchio d'aglio, 1 peperoncino fresco, ½ bicchiere di vino bianco (ideale Vernaccia o Verdicchio), olio extravergine di oliva e sale.
Per la marinata di pomodoro: ½ kg di pomodori grappolo locali




Consigli per gli acquisti
I pomodori grappolo sono tondi, lisci e, come si capisce bene dal nome, vengono raccolti a grappolo, con la classica disposizione dei frutti a spina di pesce.
Devono essere di un rosso vivo, intenso ed uniforme ed avere una buona consistenza. Sono adatti ad essere cotti piuttosto a lungo (minimo 15 minuti) e per questo sono ottimi nella preparazione di sughi, salse da conservare in bottiglia o, per l'appunto, una deliziosa marinata.

Preparazione
Prendete una padella larga e soffriggete nell'olio extravergine di oliva uno spicchio d'aglio ed un po' di peperoncino fresco.


Tagliate grossolanamente il filetto di ricciola e fate saltare il tutto in padella. Poi aggiungete un bicchiere di vino bianco e fatelo sfumare a fiamma vivace per qualche minuto.


Versate la marinata di pomodoro, preparata precedentemente con il pomodoro passato e i resti bolliti della ricciola sfilettata. Fate cuocere per pochi minuti, poi spegnete il fuoco, coprite con un coperchio e lasciate insaporire per una decina di minuti.

Lessate i paccheri al dente e saltateli nel sugo della ricciola.


I trucchi del mestiere
Se volete rendere il sapore più deciso e completo, provate ad aggiungere una spruzzata di pecorino stagionato e del basilico fresco.

mercoledì 5 agosto 2009

Carpaccio di ricciola alla siciliana



Difficoltà
media (dovrete essere molto bravi nel taglio!)

Costo
€ 25,00

Per 4 persone
900 g di ricciola, 2 limoni nazionali, 1 peperoncino fresco, 2 spicchi di aglio, 1 mazzetto di rughetta, 20 pistacchi verdi di Bronte, olio extravergine di oliva, sale di Maldon


Attrezzi
Per tagli perfetti avrete bisogno di un buon coltello in ceramica

Consigli per gli acquisti
I limoni italiani sono pieni di succo ed hanno un gusto fresco ed aspretto che non si trova in nessun altro limone, quindi fate attenzione alla provenienza!

Il sale di Maldon è un sale marino inglese, molto apprezzato da chef e gourmet.
Si tratta di soffici cristalli di sale, formati da scaglie sottilissime a forma di piramide: proprio questa particolare conformazione dà al cibo un piacevole sentore di leggero, fresco e pulito, eliminando quel retrogusto amaro spesso associato ad altri tipi di sale.

Se poi volete sapere qualcosa in più sull'affascinante mondo dei sali, leggete questo articolo di Sigrid Verbert pubblicato su la Bibliotheca Culinaria.

Amore, mi passi il fior di sale?
http://www.bibliothecaculinaria.it/sito/frontend/pag/cont_rubriche.php?rs_id_sottocat=31&rs_id=18

Preparazione
Avvolgete il trancio di ricciola in una pellicola trasparente per alimenti e tenetelo in congelatore per circa 30 minuti.
Nel frattempo preparate una marinata con il succo di un limone, un po' di peperoncino fresco ed uno spicchio di aglio tagliato a fettine sottilissime, infine aggiungete un filo di olio di oliva extravergine.
Tagliate la ricciola a sottili lamelle e lasciatela riposare nella marinata per 5 minuti.
Ora tritate la rughetta e create il letto su cui andrete a disporre la ricciola.
Aggiungete un pizzico di sale, i pistacchi verdi di Bronte precedentemente tagliuzzati ed una piccola manciata di buccia di limone tagliata sottilissima a julienne.
Servite il Carpaccio irrorandolo, se volete, con altro olio extravergine di oliva.
Lo sapevate che...
Lo scorso 9 giugno, il pistacchio verde di Bronte ha finalmente ottenuto la Denominazione di origine protetta.
Coltivato su terreni lavici delle pendici dell'Etna e raccolto a mano alla fine dell'estate, questo pistacchio siciliano si distingue per il colore verde acceso ed un aroma così intenso che rende speciali dolci, gelati, torroni, ma anche salsicce, insaccati, pesti, salse e tanti altri prodotti d'alta gastronomia.


A proposito... dal 27 settembre al 5 ottobre ci sarà la Sagra del Pistacchio di Bronte 2009, dove il rinomato frutto sarà presentato a professionisti, gourmet e curiosi nelle degustazioni più fantasiose.

I trucchi del mestiere
Date un tocco di colore al tuo Carpaccio, guarnendo i piatti con concassè di pomodoro e julienne di agrumi!

Le parole del gusto
Concassè.
Forse qualcuno non conosce ancora il significato della parola francese concassè o magari lo sapete bene tutti ma non avete perfettamente idea di come farla...
Beh, la concassè è un modo di tagliare i pomodori a cubetti, liberi da pelle e semi.

Il procedimento è questo:
  • incidere i pomodori con un taglio a croce
  • tuffarli nell'acqua bollente e dopo pochi secondi immergerli nell'acqua fredda
  • grazie allo shock termico sarà facilissimo spellarli
  • tagliare i pomodori in 4 parti e togliere delicatamente i semi

  • fare la polpa a cubetti e usare la base per la preparazione di sughi, salse e, perchè no, classiche ma sempre deliziose bruschette!

P.S. gironzolando sul web ho trovato un grazioso servizio che questo mese lacucinaitaliana.it dedica al pomodoro... Dateci un'occhiata!

Speciale: Tutto Pomodoro! http://www.lacucinaitaliana.it/default.aspx?idPage=2130